Ormai è assodato: al giorno d’oggi avere una buona app non è più sufficiente. Un’applicazione può essere scaricata moltissime volte e altrettanto facilmente può essere abbandonata dopo un solo accesso o poco più.
Non vogliamo essere catastrofisti ma i dati parlano chiaro: il 25% delle applicazioni scaricate viene dimenticato entro 24 ore dopo il primo utilizzo. E non è tutto!
Una ricerca condotta da Appboy tra novembre 2015 e marzo 2016 ha mostrato come nel corso dei primi 30 giorni il tasso di retention diminuisca di ben 18 punti percentuali passando dal 24% del primo giorno al 6% del trentesimo. Il dato positivo è che dal trentesimo al novantesimo giorno la percentuale si stabilizza perdendo solo 2 punti percentuali e arrivando al 4%. Insomma, una magra consolazione.
Ma quali sono i fattori responsabili di un tasso di abbandono così alto?
Secondo una ricerca svolta da Google e Ipsos, il 34% degli abbandoni è causato da una perdita di interesse da parte dell’utente nei confronti dell’app e quindi da una vera e propria mancanza di engagement.
Nonostante questi dati allarmanti, però, il numero di applicazioni negli store continua ad aumentare. A giugno Apple ha annunciato che nel suo store erano presenti 2 milioni di applicazioni: un incremento di circa 500.000 app rispetto all'anno precedente e pari ad un tasso di crescita anno su anno del 33%. Google Play vanta numeri ancora più alti registrando a settembre 2016 quasi 2,4 milioni di app.
Sembra evidente come, in uno scenario così competitivo, per raggiungere una buona posizione nei risultati di ricerca, sia indispensabile impiegare tecniche di ASO, App Promotion, Social Media e tutto quanto il Mobile Marketing mette a disposizione. Tutte operazioni, queste, che richiedono competenze, tempo e budget. È ovvio che, dopo tutti questi sforzi, vedere la propria app cancellata a neanche un giorno dal download è veramente frustrante.
La buona notizia è che a “questo male” c’è un rimedio e si chiama App Engagement. L’App Engagement comprende tutte quelle strategie e quegli strumenti che mirano a coinvolgere l’utente per fare in modo che utilizzi l’app il più a lungo possibile.
Ma come si misura l’App Engagement e quali sono le migliori strategie per incrementarlo?
MISURARE L’APP ENGAGEMENT
Non essendo un’unità di misura, non esiste una scala che possa misurare con precisione il livello di engagement di un'app ma esistono diversi indicatori che possono fornire una stima di quanto questa sia apprezzata o meno dagli utenti. Tra questi troviamo:
- DAU & MAU o più precisamente il numero di Daily Active User e Monthly Active User. Queste metriche offrono un ottimo spunto di autovalutazione perché danno un’indicazione di quanto l’app sia (o non sia) gradita agli utenti. Più il numero è alto più l’applicazione è apprezzata. Attenzione, però, a non trarre conclusioni affrettate. Ipotizziamo, ad esempio, di voler implementare per qualche giorno una strategia volta ad incrementare il numero di download. Sicuramente in quei giorni assisteremo ad un aumento del DAU derivante dal fatto che qualsiasi nuovo utente ha la curiosità di conoscere l’app che ha appena scaricato. Ma dopo il primo accesso siamo davvero sicuri che tornerà ad utilizzarla?
- DURATA DELLA SESSIONE: è un KPI molto semplice e misura il tempo che l’utente ha trascorso all’interno dell’app. Ovviamente, anche questo parametro deve essere contestualizzato perché varia a seconda della tipologia di applicazione. Il tempo trascorso su una gaming app, ad esempio, sarà molto più lungo rispetto a quello trascorso su un’app per controllare le previsioni del tempo.
- INTERVALLO DI TEMPO TRA UNA SESSIONE E L’ALTRA: offre un’indicazione del valore che l’utente attribuisce all’app e se quest’ultima abbia soddisfatto o meno le sue aspettative. Un intervallo molto lungo, ad esempio, potrebbe indicare che l’utente non reputa l’app abbastanza utile o piacevole.
- RETENTION RATE: misura la percentuale di utenti che continua ad utilizzare l’app dopo un determinato periodo di tempo dal download. Questa metrica è molto utile per individuare sia gli utenti più coinvolti e fidelizzati sia eventuali criticità nel funzionamento dell’app.
STRUMENTI DI APP ENGAGEMENT
L’analisi dei dati è sicuramente un ottimo punto di partenza ma per arrivare ad una strategia di App Engagement davvero efficace è necessario passare dalla teoria alla pratica. Quali sono quindi gli strumenti e le best practice da utilizzare per coinvolgere attivamente gli utenti e fare in modo che si innamorino veramente di un’app?
Ecco alcune best practice:
INIZIARE CON IL PIEDE GIUSTO:
Così come nella vita, anche nel mobile non c'è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione. Ecco perché il primo approccio con l’app deve risultare semplice, veloce e intuitivo.
Una procedura di iscrizione troppo lunga o una serie di informazioni complicate possono scoraggiare l’utente e spingerlo ad abbandonare l’app subito dopo il download.
Per evitare che ciò accada è necessario fare in modo che il login e la creazione dell’account siano semplici riducendo al minimo i campi del form e prevedendo diverse modalità di iscrizione. È giusto spiegare all’utente come utilizzare l’app ma non è necessario sovraccaricarlo di informazioni dettagliando ogni piccola funzionalità, bisogna lasciarlo esplorare. In fondo, uno dei piaceri di avere una nuova applicazione è proprio scoprire che cosa ha da offrire.
PERSONALIZZARE:
La personalizzazione dell’app aiuta l’utente a vivere un’esperienza di valore e unica. Più quest’esperienza è allineata ai bisogni dell’utente più questo sarà portato ad utilizzarla nel tempo.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario conoscere i propri utenti e utilizzare le informazioni che si hanno a disposizione per personalizzare quanto più possibile i contenuti dell’app.
Un modo semplice di personalizzazione consiste, ad esempio, nell’inserire il nome dell’utente nella schermata principale dell’app o nelle notifiche push.
UTILIZZARE LE NOTIFICHE PUSH E MESSAGGI IN-APP
Le notifiche push e i messaggi in-app sono sicuramente un ottimo strumento per aumentare l’app engagement. Mentre le prime hanno lo scopo di riportare l’utente sull’applicazione, i secondi vengono inviati nel momento in cui l’utente si trova già all’interno dell’app e quindi sono un ottimo modo per comunicare con lui e per raccogliere feedback.
Per utilizzare correttamente questi due strumenti è necessario individuare in modo preciso e puntuale quali contenuti devono essere comunicati e a quali utenti perché “dal push allo spam” il passo è breve.
Quale utilità potrebbe avere, ad esempio, una notifica di upgrade inviata agli utenti che hanno già aggiornato l’app? Nessuna.
Che senso avrebbe inviare la richiesta di una valutazione dell’app ad un utente che non la apre da un mese? Nessuno.
La personalizzazione è quindi fondamentale sia per le notifiche push sia per i messaggi in-app. Basti pensare che le notifiche personalizzate hanno un tasso di conversione del 54% contro il 15% dei messaggi generici.
INCENTIVARE
Coccolare e far sentire speciale l’utente è sicuramente il metodo migliore per costruire l’engagement. Offrire sconti, coupon, accessi esclusivi a materiale specialistico è una buona strada per raggiungere questo obiettivo.
Sebbene la modalità di incentivo dipenda direttamente dalla natura dell’app, Google ha individuato gli incentivi maggiormente apprezzati dagli utenti.
UTILIZZARE IL SOCIAL SHARING IN MODO INTELLIGENTE
I Social Network sono per eccellenza lo spazio di costruzione del sé in rete. Gli utenti non vogliono solo condividere notizie e aggiornamenti ma desiderano far conoscere alla propria cerchia di contatti moltissime informazioni come, ad esempio, il punteggio raggiunto in un gioco o il traguardo conquistato con un’app di fitness.
Inserire all’interno dell’app la possibilità di condividere un obiettivo raggiunto è quindi un ottimo modo per far sentire importante l’utente che darà valore all’esperienza in app e che, di conseguenza, si legherà sempre di più ad essa.
CONCLUSIONI
Raggiungere le vette degli store e ricevere un grosso numero di download non sono il punto di arrivo per un’app ma sono il punto di partenza.
Così come succede nelle relazioni umane, riuscire a “rimanere nel cuore” dell’utente è una sfida impegnativa ma, come diciamo noi di GrowItApp, per questo motivo esiste l’App Engagement, per tracciare, con competenze e professionalità a cavallo tra tecnologia, comunicazione e psicologia, i metodi e i percorsi che faranno sì che i tuoi utenti siano davvero “utenti attivi”.
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Fonti:
eMarketer, https://www.emarketer.com/Report/App-Install-Advertising-Key-Challenges-Trends-Effectiveness-Ratings/2001862
App Builder, http://www.appbuilderonline.com/abo/Contents/Index.aspx
Think with Google, https://www.thinkwithgoogle.com/intl/en-gb/articles/four-strategies-for-mobile-app-re-engagement.html
Leanplum, https://www.leanplum.com/blog/push-notifications-strategies-increase-engagement/
Localytics, http://info.localytics.com/hs-fs/hub/367525/file-1253794937-pdf/eBooks/the_ultimate_guide_to_app_user_engagement.pdf
Appboy, https://www.appboy.com/blog/how-to-measure-engagement/?linkId=30579841
Localytics, http://info.localytics.com/blog/the-8-mobile-app-metrics-that-matter
Think with Google, https://think.storage.googleapis.com/docs/mobile-app-marketing-insights.pdf
ClearBridge, https://clearbridgemobile.com/5-methods-for-increasing-app-engagement-user-retention
Business2Community, ww.business2community.com/mobile-apps/5-strategies-drive-mobile-app-engagement-01325082#uDL1GAkbpMBwusZw.97